Politici al mare da ieri a oggi: non è MAI questione di eleganza ma di…?

Ogni estate strane foto di uomini d’altri tempi che sfoggiano l’abito grigio sulle spiagge ci perseguitano da siti e giornali online, che soprendentemente trovano il loro abbigliamento perfettamente adeguato. Nessuno di noi si stupisce però, perché sappiamo perfettamente da dove nasce questa strana usanza: dalla leggendaria “Estate del Papeete”. Anno 2019. L’idea di base è quella di mettere a confronto il festaiolo ministro leghista con i rigidi statisti della Prima Repubblica.

Ma questo confronto ha senso? Significa davvero che la pelle di Matteo Salvini a Milano Marittima sia volgare, mentre il completo non lo è? O in realtà si sta parlando di noi come società? E’ stato Salvini che ha fatto cambiare le cose? Risposte brevi: 1) sì, parla di noi e non dei politici perché i politici vogliono il nostro consenso per avere il nostro voto e 2) no, Salvini non ha inventato niente e non è stata quell’estate in riviera romagnola a cambiare tutto ma come sempre è stato un altro signore a far cambiare le cose, lui, l’uomo a cui bisogna guardare quando si parla di cambiamenti in questo paese, chi era?

Un indizio: stava sulle coste del Mediterraneo, ma a sud, in Tunisia.

Adesso spieghiamo bene, ma prima però faccio le ultime due premesse, fondamentali:

  1. Non scriverò di politica, ripetiamo NON scriverò di politica e politici in quanto portatori di idee e ideologie, ma di come la politica decide di raccontarsi attraverso questo piccolissimo topos che è “il politico in vacanza”.
  2. Non ci ho fatto uno studio e non ho letto mille paper per scrivere questo articolo, che è appunto un articolo con informazioni generali e oggettive a cui si aggiungono opinioni personali.

A volte il grigiore è solo bigotto – Prima Repubblica

Le immagini e le scelte comunicativa non cadono dall’alto, ma sono collegate a ciò che è venuto prima e a quello che si vive in quel momento.

Quindi proviamo a inserire gli uominiprimo repubblicani in un mondo reale, e non in una fiaba immaginaria che li vede in contrapposizione a Salvini. Immaginiamo che non siano persone dalla naturale eleganza ma politici e inseriamoli nel loro periodo.

Aldo Moro – 1963

I politici della Prima Repubblica hanno fatto parte (in buona parte) della Costituente, assemblea che ha scritto la costituzione ANTIFASCISTA, e molti di loro si erano opposti (alcuni solo alla fine…) a Benito Mussolini, romagnolo sanguineo che con il petto nudo tagliava le spieghe di grano, si faceva ritrarre al mare, faceva comizi e addirittura andava in sci! Vi metto la foto nel link e vi risparmio almeno queste immagini. Quando non ci mostrava la pelle, la grazia del suo petto era sempre presente grazie alla sua caratteristica posizione.

Quindi i nostri uomini primo repubblicani volevano dirci: noi non siamo un dittatore, siamo uomini dello Stato, noi rispettiamo il Paese. Loro il corpo lo coprono. Com’era prima del Duce.

Togliatti, 1957 – Fonte: bit.ly/45JSUWy

I politici dell’epoca erano inoltre ben più pudichi di quella che era la società, tanto che spesso anche il Partito Comunista si trovava a censurare idee e uscite per timore che le donne del popolo che andavano a messa e parlavano tutti i giorni col prete potessero risentirsi. Ritenevano che gli italiani fossero ben più arretrati di quello che erano, finendo, in alcuni casi, per ottenere l’effetto opposto di quel che volevano.

Comunque, torniamo a noi, ma prima una foto del 1963 che ci rilassi un attimo gli occhi.

Quindi volevano distiguersi da Benito, volevano assecondare le pie donne e poi? E poi la politica era diversa. Gli elettori non votavano più l’uomo solo al comando ma votavano il partito, l’ideologia che il partito portava avanti e per mettere le idee al primo posto gli uomini devevano mettersi al secondo, chiaro no? Se Alcide de Gasperi si fosse fatto fotografare ignudo invece che tuto vestito, mentre gioca a bocce in montagna, i primi a risentirsi sarebbero stati i suoi compagni di partito. E la segreteria contava, ah se contava!

Questa immagine compassata che davano di sé doveva essere molto efficace se ancora oggi, sotto le foto di gente in completo sulla spiaggia si possono leggere nei commenti parole come “dignità, eleganza, rispetto”. Caratteristiche che avrebbero dovuto manifestare nei Palazzi, per prima cosa, non (solo) in spiaggia.

Però tutto ciò ci porta a altro concetto che a questo punto spero sia chiaro, ma chiariamolo: le foto dei politici sono foto posate, e quindi pensate, soppesate. Davvero nel 2023 siamo qui a credere che stessero al mare ad agosto tutti coperti? Le foto di Moro (uno dei fondatori della Democrazia CRISTIANA) sono posatissime, così come molte altre, di tutti i partiti.

La figlia anni dopo ha dichiarato che lei era stupitissima da bambina e gli domandava come mai fosse sempre vestito al mare e lui rispondeva “essendo un rappresentante del popolo italiano doveva essere sempre dignitoso e presentabile”. Questa frase manda in visibilio molti ancora oggi, ma è una frase pubblicitaria, è un content marketing pre internet e se fosse vera sarebbe un probema perché se la tua identità è sempre quella del “rappresentante del popolo” in ogni momento  della tua vita c’è un problema molto profondo (magari non tuo ma della società, però il problema c’è). Ma credo non fosse così, erano foto posate, le sue come le altre, fine. Evidentemente però, hanno fatto un ottimo lavoro.

Di passagio poi vi faccio presente come quelli fossero gli anni dei capelloni, dei jeans a zampa, delle zeppe, delle gonne lunghe, delle proteste accesisissime dei giovani, quindi i politici certo non volevano assomigliare ai giovani, volevano dare un senso di solidità in opposizione a chi puntava ad “abbatterli”.

E poi? Poi Craxi!

Poi Craxi diventa segretario del Partito Socialista e tutto cambia. Per sempre. E magari fosse solo nella tenuta da mare!

Il leader, poi presidente del consiglio, torna a portare l’Uomo al centro della politica, chi vota lui, vota lui, non è detto che voti il Psi. Al momento della sua elezione a segretario il partito stava perdendo punti, schiacciato fra la Dc e il Pci di Berlinguer.

Se quel che conta torna ad essere il leader, il suo corpo torna ad essere centrale. La sua voce forte, stentorea, particolarissima, la sua altezza, sopra il metro e novanta, il suo viso così caratteristico, le spalle larghe, tutto in lui chiedeva di essere guardato. Il leader torna corpo ed è quindi anche un corpo al mare con pelo e catenazza d’oro. Per altro nel mare straniero, altro che giocare a bocce e accarezzare gattini in montagna!

Voilà!

Bettino Craxi nel 1988, ad Hammamet

Craxi cambia le carte in tavola dell’estetica e di tutto il resto (ma del resto non parliamo ora se no ciao) e da lì in poi non vedremo più uomini in giacca e cravatta al mare. Qui Bettino, come altri dopo di lui, vuole dire: “Io sono vivo! Io sono vero! Gli altri sono grigi, non sono la vostra realtà, non sono la verità! Io non mento”. E che gli vuoi dire? Comunicativamente ineccepibile. Ricordiamolo, non parliamo della politica, non parliamo di Mani Pulite, non diciamo che è di mio gusto, parliamo solo di immagine qui, questo è un articolo di uomini nudi al mare, e il suo ragionamento fila perfettamente.

Non è però finita qui. Il bello deve venire, ma prima una breve, personale, parentesi romantica e totalmente soggettiva. Per alcuni il corpo rimarrà qualcosa che abbiamo, non oggetto sessuale, non luogo peccaminoso da coprire, qualcosa di cui abbiamo bisogno per vivere in un mondo materiale. Penso però che questo scatto, per me il più bello della categoria “politico al mare”, fosse privato per cui non rientra in tutto il nostro ragionamento, lo carico solo per darci fiducia nel mondo.

Dopo gli anni Ottanta: strada dritta verso il Papeete

Saltiamo Berlusconi (che al mare è ricordato soprattutto per la bandana bianca), e andiamo all’altro uomo che al mare ha creato caos, anzi, sebbene fosse il 1994, ha fatto proprio scandalo. Non è stata tanto la nudità quanto il messaggio che c’era dietro; era quella che Marco Belpolito trasforma nel titolo di un suo libro (consigliato) sulla fisicità dei leader: è “La canottiera di Bossi”!

Bossi in canottiera in Costa Smeralda – 1994

Quando Umberto Bossi decide di farsi fotografare in Costa Smeralda in canotta bianca Craxi è lontano, ma ormai la strada che ha segnato non viene abbandonata. E’ passato poco più di un anno dal lancio delle monetine all’Hotel Raphael e Bossi è al Governo alleato con Berlusconi. E’ convocato in Sardegna da Silvio, in un’estate molto agitata, e deve andarci, ci và, ma in canotta. La canotta dei muratori, dei lavoratori del Nord. Scoppia un casino.

Il gesto è riassunto così da Vittorio Sgarbi, che ai tempi non era lo Sgarbi di oggi: “Bossi si è messo la canottiera come segno di resistenza. E’ andato nelle case dei ricchi, ma ci è andato con la canottiera. Un messaggio ai suoi: ‘Io sono sempre lo stesso, io sono un popolano, non preoccupatevi…’ ”

Ed è così. Tant’è che anni dopo Bossi disse “Salvini deve mettere la canottiera”. Ed era chiaramente metaforico. Salvini non lo ascolta e toglie tutto andando in Riviera Romagnola. Conosce però la storia di Bossi e cerca di ascoltarlo a modo suo.

E’ una supposizione mia che non ho letto da nessuna parte, ma i fatti sono questi. Nel 1994 Bossi è in Costa Smeralda con il suo alleato di governo, fa casino col suo corpo e convoca conferenze stampa al mare con i giornalisti. A gennaio si sfila dalla maggioranza per far cadere Berlusconi. Nel 2019 Salvini si ricordava del Senatùr e sapeva di avere percentuali bulgare. Ripete la storia, trasforma la sua “vacanza” in uno show, un po’ più vivace di quello dell’Umberto, convoca costantemente giornalisti che accorrono ben felici, fa del suo corpo oggetto di speculazioni mandando agli elettori lo stesso messaggio di Bossi. Più o meno il messaggio era:  “Io sono come voi, sono al mare e mi diverto, non come quei rigidoni là, i radical chic”. Sicuramente si fa prendere la mano, si ubriaca di presunto potere, e subito dopo (o forse durante?) fa cadere il Governo Conte sicuro che sarebbero state convocate le elezioni. Finisce con il discorso di Conte che tutti ci ricordiamo.

Per riassumere

Ogni tassello di questa storia è figlio del suo tempo e si rapporta a quel che è successo prima. Certo, fa effetto mettere in competizione uomini compassati in spiaggia con un ministro in carica che canta con in mano il mojito, è simpatico, ma è un contrasto che ci fa perdere di vista la realtà. La realtà è che la politica cerca consenso e il politico rappresenta il proprio elettore, a volte nelle caratteristiche più alte (e questo credo non avvenga a Ferragosto) e spesso con messaggi più diretti e immediati per creare un senso di appartenenza non vero un’idea, ma verso una persona.

In tutto il discorso ho escluso il corpo delle politiche perché è un’altra cosa, che tocca questioni differenti, non ho tempo per capire anche quello per ora.