Sicuri che l’oggettivazione sia un uomo mezzo nudo?

In senso assoluto non lo so se l’ultimo spot di Calvin Klein è oggettificante, maschilista e chi più ne ha più ne metta, ma so che i commenti delle donne sono stati il contrario dell’oggettificazione: arguti, simpatici, di complicità e d’apprezzamento.

Faccio un passo indietro, solo per spiegare di cosa sto scrivendo. Si tratta di una campagna video diffusa in questi giorni dal marchio che ha scelto come protagonista Jeremy Allen White, valido attore di The Bear, grazie alla quale sta calcando parecchi tappeti rossi.

Lo spot è questo:

L’adv ha chiaramente lo scopo di valorizzare il corpo di JAW e di attrarre il pubblico attraverso la sensualità e fino a qui siamo tutti d’accordo, ma le questioni in ballo sono molto più sottili e ci offrono la possibilità di riflettere su di noi.

All’uscita di questa campagna pubblicitaria è arrivata quasi contestualmente la polemica e anche l’autocritica femminile. Perché non mi sta bene che l’oggettivazione di una donna e invece questa mi sta bene? Si chiedono in molte.  La risposta breve potrebbe essere: perché ti piacciono gli uomini, cara, ma non è la risposta giusta.

Oggettivazione del corpo, cos’è?

Ne parla molto bene la docente di psicologia sociale Maria Giuseppina Pacilli.

Si tratta di “ridurre l’altro a un oggetto sessuale” creando una disparità di potere fra chi è umano, l’osservatore e chi è un oggetto; attraverso questa disumanizzazione l’altro non è più persona, non ha più sentimenti uguali ai miei e diventa una “cosa” a mio uso.

Vista così è evidente che un video come questo è su una linea pericolosa, ma secondo me non basta un video a oggettificare una persona, soprattutto se maschio, ma conta il contesto intero. Ad esempio, se questo video fosse bloccato dalle autorità sulla pubblicità non sarebbe sbagliato, ma temo invece che possa tramutarsi nell’ennesima occasione di autoflagellazione delle donne.

Probabilmente ciò che sto cercando di spiegare è correlato ai commenti sotto al video YouTube o, ancora meglio, quelli postati sotto il reel di Instagram. Si tratta di commenti faceti, diciamo così, ma completamente differenti rispetto alla media di quelli sotto delle foto di Diletta Leotta o di Rachel Green in canotta bianca in Friends. Tutti i commenti, per fare un giro di parole, si riferiscono in modo molto comico, alle reazioni biologiche del corpo femminile alla vista del video e non a ciò che la commentatrice farebbe a Jeremy Allen White. Quindi lui non è oggetto ma è specchio, è attivatore. Non c’è nulla di violento o volgare nei confronti dell’uomo ritratto nel video. Una donna purtroppo non avrebbe ricevuto questo tipo di attenzioni. Il commento “Sto ovulando, e io sono in menopausa!”, non può essere messo sullo stesso piano di qualcuno che fa riferimento a cosa farebbe alla protagonista di foto o video, magari con un immaginario da “cultura dello stupro”.

Questi commenti sono di autoanalisi divertita, quasi di sorellanza oserei dire (curioso che qualcuna domandi: “is this a safe place?” cioè “Questo profilo è un luogo sicuro in cui posso esprimere il mio sentire senza uomini che intervengano in modo aggressivo?” Credo sia tutto un dire), sorellanza che però NON è a discapito di chi nel video, corre, si muove, fa esercizio, mezzo nudo, sì, ma mai ridicolo o esclusivamente seduttivo. Aggiungo questo tema nuovo: lui fa, non si mostra.
CK ha provato a proporre questo spot anche con una protagonista femminile, ma è stato bloccato dal garante della pubblicità della Gran Bretagna.

Qui la protagonista è una donna ma la vedete la differenza? Neppure finge di fare qualcosa, perché lo scopo è quello di sedurre, nient’altro.

Però è giusto dire che anche qui i commenti sono appropriati e nulla hanno a che vedere con quello a cui siamo abituati noi nel nostro Paese. Quindi delle due l’una: o Calvin Klein ha un ottimo moderatore che impedisce volgarità 24/7 su tutte le piattaforme o l’Italia ha bisogno di tanta, tanta, tanta educazione.

Oggettivazione nascosta 

L’Italia ha bisogno di educazione perché l’educazione non è solo nel nudo che vedi. Oggi sono incappata in un video di un ventenne che intervistava ragazze vestitissime per strada. Ragazzine di 14,15,16 anni. Non facevano nulla, veniva loro solo chiesta l’età, tutto qui. Però il titolo del video e i commenti al video, erano quelli di maschi adulti infoiati che dicevano quello che avrebbero fatto a delle bambine. Che scrivevano,  che “o questa iniziano a sembrare più piccole o bisogna depenalizzare la pedofilia”.  Commenti orribili di questo tipo si leggono ovunque, purtroppo questo è solo un esempio.

È più oggettificato un uomo nudo, o tante donne vestite in pasto a degli uomini vestiti?

Dal mio canale Telegram vi aggiorno ogni voglta che pubblico qualcosa.