I boomer non capiscono il lavoro di Zerocalcare. Non possono. Pochi di loro riescono ad avere dentro la precarietà dei 30enni descritta così bene in Macerie prime. Difficile che comprendano la paura del giudizio ai tempi dei social – loro che sui social e al bar sono tuttologi – e i sensi di colpa di chi non viene da una famiglia bene e fa un lavoro che non comporta lo sporcarsi le mani di grasso. E la complessità del rapporto con il tempo in un tempo in cui ci hanno fatto credere che le possibilità sono potenzialmente infinite? Quella condizione rappresentata così bene da Zerocalcare attraverso una donna che si porta sulle spalle una clessidra gigante perché ha realizzato troppo tardi che non era vero che c’erano infinite possibilità e il tempo sta scadendo.