Quando le donne raccontano la loro storia, scoppia un putiferio e gli uomini diventano isteriche. Sta succedendo con C’è ancora domani, film sublime di Paola Cortellesi che racconta la vita familiare delle nostre nonne e bisnonne e che proprio perché è un bel film, può essere facilmente trasposto alle diseguaglianze dei giorni nostri.
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Torna il cinema operaio: Cortellesi, Riondino, Albanese
Quello che stiamo vivendo è un novembre caldo, ricco di film italiani che raccontano la storia e la vita di una classe operaia che non sappiamo se andrà in paradiso, ma di certo è all’inferno. Una riscoperta importante. Dopo i decenni che hanno seguito il neorealismo, quelli in cui i grandi autori raccontavano grandi affreschi che si muovevano attorno a personaggi e vicende storiche e autori popolari storie private con ambientazione borghese e romana, il nostro cinema torna a raccontare piccole storie individuali e collettive, collettive e individuali. Per farlo ci sono voluti tre attori, che alla loro opera prima hanno avuto bisogno di una storia che sentivano. I film sono tre: “C’ è ancora domani” di Paola Cortellesi (nelle sale da fine ottobre), Cento domeniche di Antonio Albanese (in uscita il 23 novembre) e Palazzina Laf di Michele Riondino (dal 30 novembre).