Torna il cinema operaio: Cortellesi, Riondino, Albanese

Quello che stiamo vivendo è un novembre caldo, ricco di film italiani che raccontano la storia e la vita di una classe operaia che non sappiamo se andrà in paradiso, ma di certo è all’inferno. Una riscoperta importante. Dopo i decenni che hanno seguito il neorealismo, quelli in cui i grandi autori raccontavano grandi affreschi che si muovevano attorno a personaggi e vicende storiche e autori popolari storie private con ambientazione borghese e romana, il nostro cinema torna a raccontare piccole storie individuali e collettive, collettive e individuali. Per farlo ci sono voluti tre attori, che alla loro opera prima hanno avuto bisogno di una storia che sentivano. I film sono tre: “C’ è ancora domani” di Paola Cortellesi (nelle sale da fine ottobre), Cento domeniche di Antonio Albanese (in uscita il 23 novembre) e Palazzina Laf di Michele Riondino (dal 30 novembre).

Il re nudo: il classismo non si nasconde più

Che il nostro sistema mediatico e politico sia completamente distaccato dalla realtà lo dimostrano la crisi dei media tradizionali (giornali e tv in testa, che all’estero vivono molte difficoltà, ma non così profonde come le nostre), lo scollamento e l’indifferenza verso l’ultimo referendum sulla giustizia, e l’astensionismo elettorale. Noi, gli italiani e le italiane comuni, sentiamo un’allontanamento costante che ci portiamo avanti da anni e rimane spesso sotto traccia, un qualcosa di cui non siamo neppure del tutto a conoscenza. Impariamo a conoscere il classismo, cominciando dalle manifestazioni più esplicite.