La storia d’amore fra Jeanne Hébuterne e Modigliani non è una storia d’amore

Partiamo proprio da questo, dal fatto che la storia fra Hébuterne e Modigliani non era una storia d’amore. Era una storia in cui una parte aveva più potere e un’altra non ne aveva e, giovane com’era, non aveva gli strumenti per uscirne. Come società dovremmo superare il paradigma di amore nella coppia=amore sofferente e di tormento. Siamo, però, ancora lontani e lontane dal farlo nostro.

Il re nudo: il classismo non si nasconde più

Che il nostro sistema mediatico e politico sia completamente distaccato dalla realtà lo dimostrano la crisi dei media tradizionali (giornali e tv in testa, che all’estero vivono molte difficoltà, ma non così profonde come le nostre), lo scollamento e l’indifferenza verso l’ultimo referendum sulla giustizia, e l’astensionismo elettorale. Noi, gli italiani e le italiane comuni, sentiamo un’allontanamento costante che ci portiamo avanti da anni e rimane spesso sotto traccia, un qualcosa di cui non siamo neppure del tutto a conoscenza. Impariamo a conoscere il classismo, cominciando dalle manifestazioni più esplicite.

Una giornata particolare, o del machismo contro la delicatezza di Mastroianni

Non posso recensire un film di Ettore Scola con Sofia Loren e Marcello Mastroianni, ma posso consigliarlo e cercare di sottolinearne alcuni punti. La storia è ambientata il 6 maggio del 1938 durante la visita di Hitler a Roma. La città è in festa, simpatizzanti, componenti del partito e balilla sono in parata, mentre nelle case popolari, in quella giornata particolare non rimane nessuno, tranne un’anziana portiera, la Loren madre di sei figli e moglie di un tizio inutile, e Mastroianni che in questo enorme caseggiato è solo in casa, sconsolato in attesa di essere portato al confino perchè omosessuale. Entrambi soli, per una coincidenza si incontrano e non si lasciano per l’intera giornata e in qualche modo forse per sempre.

Violenza psicologica sulle donne, un libro per parlarne

Ho scritto un libro sulla violenza sulle donne, cercando di mostrare quali sono i processi psicologici che scattano quando le donne subiscono violenza, non quella fisica ma quella psicologica, verbale. Ho cercato di spiegarne i contorni attraverso due psicologhe e di come ciò che avviene in privato sia riflesso e prodotto all’interno della società. Il volume, breve e molto scorrevole, è in vendita su Amazon QUI. Si intitola “La colpa di chi resta”

Per parlare di povertà, classi sociali e violenza: Maid, Heartland e Precious

Serie tv e libri; sono progetti con uno sguardo profondo sul sociale ma senza essere didascalici. Con grande competenza e sensibilità raccontano di molte donne che vagano el caos dei servizi sociali e di come la povertà e l’emerginazione si tramandino di generazioni che hanno sempre vissuto nell’incertezza e spesso nelle dipendenze attraversando la storia dell’America. In Maid ed Heartland viene citato spesso anche il termine “White trash”, termine classista e dispregiativo a indigare la popolazione povera ma bianca degli Stati Uniti, prevalentemente del Sud. Un modo per dire che nonostante avessero tutte le possibilità per riuscire a inseguire il “sogno americano” (la sfumatura è razzista anche nei confronti dei neri d’America dato che il sottotesto è che per loro è più faticoso dato che sono ai margini) hanno deciso di non farlo perchè pigri e drogati. Queste storie raccontano come sia difficile riuscirsi per chi non è nato già ricco.

Soul e l’anima che non vuole vivere

Di cosa parla Soul? Della morte? Della difficoltà ad accettare la fine? Per me il significato va cercato nel dolore di un’anima che non viene capita e viene derisa. Vi diranno che Soul è la storia di un uomo che muore ma non vuole farlo e si trova a fare i conti con la propria storia personale e quel che c’è dopo. E’ anche altro. In realtà è la storia di 22, una delle milioni di anime che dovrebbero nascere sulla Terra ma che si rifiuta di farlo perché non ne vede la ragione. Ha riempito quasi tutte le caselle del lasciapassare che le permetterebbero di nascere – sì ci sono badge e le “maestre” con i mentori per preparare le anime a scendere sulla terra – tranne una. A 22 manca la scintilla che le permetta di iniziare a vivere. Non la vuole proprio quella scintilla.

Scrivere libri sul lavoro senza parlare con i lavoratori

E’ un casino quando scrivi di lavoro senza aver vissuto direttamente il mondo del lavoro di questi anni. O almeno dovrebbe esserlo, se non fosse che alcuni libri sono indirizzati solo a chi non ha mai messo piede in un’azienda e quindi non si accorge del problema.

Lavorare durante la quarantena: i racconti di chi non è rimasto a casa – Ebook gratuito

Qui sotto troverete i link per scaricare gratuitamente (nei formati Pdf, Epub e Mobi) un ebook dedicato a quei lavoratori che durante la quarantena non sono stati a casa, ma si sono confrontati con il coronavirus: ci sono i medici e gli infermieri con le loro task force e le settimane intere in ospedale, i commessi e che si devono confrontare con la costante mancanza di rispetto, e tanti altri lavoratori.

“Ai tempi del Coronavirus”, perché si usa questa espressione?

Da settimane starete sentendo l’espressione “… ai tempi del Coronavirus”. Si va dall’ “amore ai tempi del Coronavirus”, a “la palestra ai tempi del Coronavirus”, passando, ovviamente per “il lavoro ai tempi del Coronavirus”. L’espressione non è nata per caso ma proviene da un libro, L’amore ai tempi del colera di Gabriel Garcia Marquez. Anno 1985. Milioni di copie vendute in tutto il mondo. La trama di L’amore ai tempi del colera Partiamo col dire che nel libro L’amore ai tempi del colera non si parla del colera.