
L’omicidio di Monterotondo è parte della nostra narrazione (basta guardare i videoclip di Fiorella Mannoia e di Marra e Guè) ma la società continua a non attrezzarsi per affrontare le storie che conosciamo tutti.
Nonostate il mio lavoro sia quello della giornalista, o forse proprio per quello, fatico ad appassionarmi alle vicende e agli argomenti di cui si parla per giorni. Qualcosa di più forte di me che mi porta a volte a lacune spaventose. Poi però ci sono dei particolari che riescono a tirarmi all’interno di alcune vicende ed è successo nel caso Deborah la ragazza di Monterotondo che ha ucciso il padre (già denunciato per maltrattamenti), pare per difendere la madre e la nonna.
E quel particolare è stato il suo praticare pugilato.
Perché questa storia è una delle tante storie che conosciamo tutti: quella della vittima che crea una corazza per difendersi e che, in alcuni casi, troppi, eccede nella difesa perché chi avrebbe dovuto farlo per lei non c’era. Ed è la storia raccontata da Fiorella Mannoia in questa versione della canzone I pensieri di Zo:
Ma se tutti conosciamo il finale o il possibile finale della storia, perché non c’è una società struttura per cambiarlo questo finale?
Lo so è un post molto “pop” in tutti i sensi, ma l’arte, di ogni livello, salva.