La Regina Elisabetta è morta e tutto il mondo è in subbuglio, perché non è lei che è morta, ma il tabù stesso della morte e una società che non ha più certezze. Ci resta Carlo, con quell’aria da bambino sperduto che non è esattamente quello di cui avevamo bisogno.
Nata nel 1926, diventata regina nel ’52, è l’unica sovrana d’Inghilterra che la maggior parte della popolazione occidentale abbia mai conosciuto. Morti papi, miti della musica e del cinema, politici simboli di ideologie e cambiamenti epocali, ultimo dei quali Michail Gorbaciov, rimaneva lei come baluardo storico e simbolico di un mondo che oramai non c’è più.
La maggior parte delle persone, anche chi non le era particolarmente affezionato, si rende conto che non si tratta di una morte individuale e neanche di un dolore indotto dai media e di un lutto collettivo, è la fine di un secolo il cui inizio della fine era stato segnato dalla morte dell’arcinemica Diana Spencer, nel 1997; era prima dei social, dell’avvio di una vera e propria globalizzazione, dell’Undici settembre, avevamo ancora la lira.
Diana Vs The Queen
Gli anni Novanta sono stati segnati dalla lotta (almeno mediatica) fra la regina e la principessa e tutti e tutte erano dalla parte di Diana. Non avevi scelta. Nell’altra squadra giocavano solo le vecchie signore inglesi con i servizi da te e i cuscina con sopra il volto della sovrana.
La prima era simbolo della modernità, liberal, emotiva e capace di attrarre critiche e quindi ancora più affetto, e la regina era fredda, tutto qui e razionale. Una narrazione collettiva culminata con la morte di Diana, e arrivata ad accuse non troppo velate alla sovrana da parte dei giornali gossippari del momento. La frase più gettonata era “la Corona non poteva permettere che la madre del futuro re d’Inghilterra fosse sposata con un musulmano”. Giuro.
Passa qualche anno, io oserei dire un decennio, e la narrazione è stata stravolta; Diana non c’era più e il mondo era pieno di emotività, content creation sulle emozioni, “non è bravo ma mi ha fatto emozionare”, drama in ogni dove, mentre le torri e i confini crollavano. Avevamo bisogno di certezze.
Tutto cambia
Ci si è voltati a guardare la rigidità della regina che è diventata per tutti simbolo di qualcosa di solido, ma non di una corona eterna, ma proprio di una persona eterna, qualcuno oltre la morte, sempre uguale. E in una società come la nostra che ignora morti e malattia lei era l’ultimo idolo, amatissima dai giovani e dalle pagine di meme, forse per quell’immutabilità che tutto attorno era ed è impossibile.
Ora che abbiamo scoperto una fragilità nuova, fatta di un virus arrivato inaspettato (o che abbiamo deciso essere inaspettato), di una guerra che sentiamo di più, addirittura del razionamento dell’energia e dell’acqua sentiamo di essere stati Figli dell’Estate, e che l’ultima Barriera è stata superata, e attorno non troviamo nessun metalupo che ci protegga.