Michele Monina è un critico musicale provocatore che di certo non le manda a dire, ha portato avanti diverse battaglie per far sì che le donne si possano prendere il giusto posto anche nella musica. Un po’ di tempo fa ha scritto un libro (“riassunto” da lui stesso nel video qui sotto) che racconta delle battaglie che alcune donne della musica hanno intrapreso durante la loro carriera anche utilizzando il corpo. Cosa che non avviene in Italia.
Su questo utilizzo del corpo non ero d’accordo, anche se mi rendevo conto che ci fosse qualcosa di più profondo, così ho scritto a Monina e questi sono i nostri messaggi che ci siamo scambiati su Messenger.
A un certo punto citi il discorso di Madonna in cui dice “Se sei una ragazza, devi stare al gioco. Puoi permetterti di essere bella, carina e sexy. Ma non devi sembrare troppo intelligente. Non devi avere un’opinione che sia fuori dal coro. Ti è concesso di essere considerata un oggetto dagli uomini e di vestirti da puttana, ma non puoi comportarti da puttana”.
Ecco, mi è venuto da pensare che forse le donne italiane dovendo scegliere, perché è inutile che ci prendiamo in giro, ancora dobbiamo scegliere, abbiano scelto l’opzione di “sembrare intelligente”, perché il gioco lo abbiamo capito, e un po’ come dici tu riferendoti sempre a Madonna, se punti solo sul corpo e anche su un messaggio trasmesso attraverso solo il corpo allora poi non puoi durare nel tempo. Se dobbiamo quindi analizzare la situazione italiana, io in questo caso lo faccio basandomi su quanto hai scritto nel tuo libro, è per questo che Giorgia e Paola Turci dopo una lunga carriera possono permettersi di essere più sensuali.
Poi sul fatto di dover scegliere fra il dover essere considerate brave e intelligenti o sensuali sia ingiusto siamo d’accordo ma ingiusto è anche scrivere un libro dedicato al corpo delle donne come strumento di rivalsa (anche se mi sembra d’aver capito le buone intenzioni, sul concetto di vivere la totalità dei sensi), ma il punto è che alcune donne che tu citi come Lady Godiva hanno scelto di denudarsi perché non avevano altro. Corpo=ultima spiaggia per assenza di alternative. Non potevano fare un comizio, scrivere un libro, parlare, usare il corpo non è uno strumento in più rispetto agli uomini, era ciò che imprigionava le donne, in quanto tali e le costringeva chiuse in casa. E un po’ lo fa anche oggi.
Una maggiore franchezza nei confronti delle diversità del corpo umano e della sua naturalità sicuramente sarebbero necessarie e anche certe battaglie, ma da donna mi incazzo un po’ al pensiero che questo discorso venga fatto solo alle donne. Anche nei testi maschili mancano le rivendicazioni del corpo, manca la rivendicazione ad essere come si vuole. A oggi non mi risultano uomini italiani saliti sul palco a cantare con il pancione al vento o i pettorali e le braccia mingherlini mostrati a tutti. Anche in quel caso il corpo diventa necessità di mostrare tatuaggi, muscoli e i testi di mostrare strafottenza o amore idealizzato. E nessuno ha mai chiesto a nessun cantautore di vestirsi diversamente che da una partita a briscola al bar del centro.
E ho capito che in realtà le tue non sono parole di uno che non vuole più donne nude; il dubbio può venire, mi è venuto, ma ho cercato di andare più a fondo e vedendo come hai combattuto per avere più donne accettate in egual misura degli uomini nel musica più mainstream e leggendo come è nato questo tuo percorso, dall’esigenza di spiegare il corpo e in sensi a tua figlia, ho capito che la battaglia è genuina e sacrosanta e ti ringrazio ma non può non prescindere da certe riflessioni altrimenti rischia di perderne il senso.
Al volo. Non capisco perché trovi ingiusto che io scriva un libro, equiparandolo all’ingiustizia per una donna di poter fare del proprio corpo quel che vuole. Un libro puoi non leggerlo e finisce lì. Lady Gaga è universalmente riconosciuta come una delle più grandi artiste operanti nel pop. Ha appena vinto, mai successo neanche a artisti uomini, tutti i premi di categoria con la Canzone Shallow, dal Grammy all’Oscar. Se si spoglia è perché vuole farlo e con quello vuole abbattere gli stereotipi femminili vigenti. Stereotipi che vogliono la donna sempre bella, giovane e accogliente. Calcutta è oggettivamente bruttino e grasottello. Come lo era Guccini, citarmi un corrispettivo femminile di loro due. Non esistono proprio per quegli stereotipi che impediscono a donne non piacenti di esistere nello show business.
Non ho detto che trovo ingiusto che tu (o chiunque altro) scriva un libro, anzi ti ho scritto che mi ha portato a delle riflessioni.
Ma allora diciamo la stessa cosa perché sono d’accordo sul Guccini (proprio a lui avevo pensato con la briscola) e Calcutta, ma il punto è che se l’unico strumento per la donna di emancipazione o di espressione di una libertà è il corpo (mi puoi dire che Lady Gaga non sia convenzionale ma insomma, non la equipariamo all’estetica di Calcutta) c’è qualcosa che non quadra. Il punto è che non si dice a Calcutta (“usiamo” lui poveretto) “spogliati per mostare il tuo diritto di essere come sei e se non ti spogli c’è un problema”. Lui è. Io donna devo poter avere il diritto di essere e fare le mie battaglie senza spogliarmi nuda per raggiungere l’obiettivo.
Ma Calcutta può esistere perché è uomo. Una donna no, perché ci sono gli stereotipi che il non potere mostrare il corpo avvalla. Io non dico che di debba mostrare il corpo. Ma che lo si possa fare. Negarlo è sbagliato. E negare la narrazione del corpo e della sessualità femminile è sbagliato.
Sono d’accordo ma manca un pezzo. Cerco di spiegarmi gli stereotipi che devono combattere le donne non sono solo il non dover mostrare il corpo ma migliaia di altri e non passano tutti per il mostrare o meno il corpo. Ad esempio passano per il non poter sentire la propria stessa voce (per questo ti ringrazio per quel che stai facendo), nell’avere dei doveri diversi, e l’uscire da questa prigione non può passare solo attraverso il diritto di spogliarsi perché se la mentalità non cambia (qui in Italia) quello rischia di tornare a essere un passo indietro. Capisco che un libro non possa affrontare cento argomenti. (Ti ripeto è una sfumatura, che però, non chiedermi perché ci tenevo a esternare)
Gli stereotipi estetici, bellezza, giovinezza e accoglienza, influiscono anche su altro, ovviamente. E questo è una parte del mio lavoro sul femminile, come i miei vari progetti dimostrano. Come dici, non si possono affrontare tutti gli argomenti insieme, questo parla di corpi.