Serie tv e libri; sono progetti con uno sguardo profondo sul sociale ma senza essere didascalici. Con grande competenza e sensibilità raccontano di molte donne che vagano el caos dei servizi sociali e di come la povertà e l’emerginazione si tramandino di generazioni che hanno sempre vissuto nell’incertezza e spesso nelle dipendenze attraversando la storia dell’America.
In Maid ed Heartland viene citato spesso anche il termine “White trash”, termine classista e dispregiativo a indigare la popolazione povera ma bianca degli Stati Uniti, prevalentemente del Sud. Un modo per dire che nonostante avessero tutte le possibilità per riuscire a inseguire il “sogno americano” (la sfumatura è razzista anche nei confronti dei neri d’America dato che il sottotesto è che per loro è più faticoso dato che sono ai margini) hanno deciso di non farlo perchè pigri e drogati.
Queste storie raccontano come sia difficile riuscirsi per chi non è nato già ricco.
Maid
E’ una serie tv uscita su Netflix a inizio ottobre. Ripercorre le tappe di una ventenne che cerca di recuperare la propria vita, dopo averne dedicato una parte a un uomo che la faceva vivere nella costante violenza psicologica. Una serie necessaria che riesce a non soffermarsi né nel desiderio di educare né al falso mito del “se vuoi puoi”.
Mostra le difficoltà di una donna single senza genitori equilibrati e dell’importanza di una rete sociale dello stato ma a anche delle persone che stanno vicino. Attraverso la storia vengono mostrare le trappole delle violenza e anche quelle nascoste dietro il volto di falsi amici. E’ anche un percorso nell’accettazione della violenza psicologica che non lascia segni da mostrare all’esterno: l’impossibilità di uscire di casa senza bisogno di una porta chiusa a chiave, l’aggressività di uno spintone, la difficoltà di dimostrare la minacce (a volte sottili) agli altri dopo averne preso coscienza.
Si tratta di un film in più puntate più che una serie tv e nonostante il tema, che può far pensare a una trama molto lenta, Maid (che significa “cameriera” la professione che la protagonista, Alex, svolgerà per mantenersi) riesce ad avere anche molti momenti di tensione se si riesce a empatizzare con la protagonista.
Menzione speciale a Andie Macdowell, che vi farà venir voglia di strozzarla e abbracciarla, alternativamente.
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Heartland
Hearland scritto da Sarah Smarsh è un libro edito in italia da Black Coffee. E’ una via di mezzo fra la biografia e la narrativa ed è attraverso questo genere ibrido che riesce a far luce sulla situazione degli agricoltori degli Stati Uniti e dei poveri nella grande periferia americana, descritti sempre brevemente e in modo supponente dai corrispondenti italiani in Usa, spesso in occasione delle elezioni.
Smarsh racconta dei vagabondaggi in giro per il Paese con la madre, dell’assenza di un posto dove andare, della ricerca della fortuna. Mostra come il duro lavoro, e i conseguenti infortuni e malattie invalidanti, abbiano segnato la sua famiglia e come tutti i gruppi sociali che li attorniavano. Ma nonostante l’impegno, nonostante il lavoro e spesso il rifiuto dei sussidi per orgoglio nessuno ce l’ha fatta. L’unica è stata lei, che è riuscita solamente grazie a un padre che l’ha sempre amata (l’unico che non picchiava moglie e figli nelle generazioni che l’hanno preceduta) e altri parenti che l’hanno supportata, oltre che da una forza di volontà che non l’ha mai lasciata.
La diseguaglianza economica crea un divario culturale che ci induce a considerarci a vicenda uno stereotipo – e alcuni di questi stereotipi consentono ai potenti di prendere decisioni dannose nella teoria e nella pratica.
Il libro è davvero ben scritto e merita attenzione sia da chi ama leggere approfondimenti in campo sociale, sia da chi preferisce la narrativa (impegnata).
Precious
Film del 2009 diretto da Lee Daniels e interpretaton da Gabourey Sidibe, è ora disponibile su Netflix.
E’ un pugno allo stomaco che riesce ad essere vagamente sopportabile solo grazie a ottime trovate registiche che sottolineano come la protagonista, una ragazza giovanissima già incinta del secondo figlio a causa delle violenze sessuali subite, spesso si dissoci per allontanarsi dalla realtà orribile in cui vive. Una di queste scelte è mostrare Precious che guarda La ciociara assieme alla madre: proprio in quel momento, quello della violenza sessuale, la sua mente scappa per creare un’altra storia.
L’unica pecca – che è forse il punto di forza che ci permette di riuscire a finire il film – è quella della difficoltà a empatizzare totalmente con la protagnosita che parla poco a causa della vita che ha dovuto vivere.
Il film ha vinto due Oscar.
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