Libri da leggere quest’estate (per scappare dall’estate)

A consigliarvi le ultime uscite sono capaci tutti, io qui consiglio tre titoli che si sono abbinati perfettamente a tre mie estati deliranti. Non sono collegamenti immediati, non sono letture delle vacanze per ragazzi delle medie o delle elementari, e no, non sono libri leggeri. Sono di qualità. Per il lettore che non deve chiedere mai, tranne nuovi titoli da leggere.  Sono solo tre ma ne valgono ALMENO un centinaio.

Chiamami con il tuo nome

Questo libro è l’estate della passione adolescenziale raccontata con gli occhi dell’adulto.

E con questa frase credo di aver spiegato più di qualunque sinossi la sensazione di malinconia, struggimento e desiderio che si respira nell’intero libro. La storia d’amore di due ragazzi vista solo dal punto di vista di uno dei due, più insicuro, terrorizzato di essere “sbagliato”, che cerca di capire se dall’altra parte ci sia interesse. Semplice. Per modo di dire, perché qui la prosa è incredibile, una scrittura fluida ma complessa e ricercata che porta a provare nostalgia per qualcosa che non si è vissuto. Un capolavoro.

“Vent’anni sono ieri, e ieri è stamattina presto, e stamattina presto sembra lontano anni luce”

Lolita

No, per chi non lo sapesse Lolita non è un libro per maniaci ma un pezzo d’arte rarissima. L’ambientazione estiva c’ è e anche chi non l’ha letto vede Lo, semplicemente Lo, al pomeriggio stesa vicino alla piscina con gli occhiali a forma di cuore. Una ragazzina perduta dagli adulti che aveva attorno.

A dispetto del titolo, Lolita non è la storia di Lolita ma di quella del suo carnefice, uno dei tanti adulti carnefici della sua vita (chi più chi meno), Humbert Humbert. E’ lui infatti a raccontare in prima persona del suo “amore” per Lolita, iniziato prima ancora che lei nascesse, da un amore mai consumato in un principato al mare. Mentre si legge c’è una parte di noi che neppure vogliamo ammettere che si ritrova a provare simpatia per Humbert che, come i migliori manipolatori, riesce a conquistare il suo ascoltatore con l’ironia aguta e il suo autossorversi, quasi fino alla fine. Perché a dispetto del citazioni che vengono continuamente fatte su questo libro, e dei giudizi moralisti dati all’epoca dell’uscita, è lo stesso protagonista alla fine a giudicarsi colpevole senza appello.

Il trono di spade

Può sembrare azzardato abbinare un libro che inizia a Grande inverno all’estate, ma la saga in fin dei conti (almeno nei libri) racconta dell’ascesa dei figli dell’estate. Leggere le infinite pagine (letteralmente visto che stiamo ancora aspettando GRR) del gioco del trono è una panacea contro il dolore ed è la risposta alla voglia di fuggire. Parlo per esperienza: tre anni fa me li sono sparati tutti da maggio a fine settembre.

Se devo pensare al Trono di spade vedo la prima scena, Bran, piccolissimo allora, in sella al suo cavallino. Uso il termine “vedere” perché questi libri sono estremamente visivi, la storia è concreta, e dunque, oltre che per la lunghezza, porta a una maggiore immedesimazione e una fuga più concreta.