Eterni secondi, storie di chi non è arrivato primo ma ha vinto senza bisogno di una medaglia

Prima che nascesse la Scugnizzeria bisognava percorrere 10 chilometri per trovare una libreria se si abitava a Scampia. Otto fermate delle metro per comprare un libro. Decisamente di più per trovarne uno gratuitamente. Ora i libri vengono lasciati nelle strade d’attesa e per strada, vengono addirittura riparati in un laboratorio o lasciati in sospeso, come il caffè, e un libro è nato proprio dai ragazzi di questo quartiere che hanno raccolto le storie di chi non è arrivato primo, non è stato un campione da titoloni sui giornali ma che ha trovato lo stesso un modo per dar traccia di sé.

E persino la nascita di questo libro mostra quanto crederci sia fondamentale mentre il progetto di questa libreria dà ai ragazzi il modo per sperimentare un mondo diverso, lontano dalla strada e vicino alla radio, al cinema, ai libri. Insomma, alle storie e all’arte. Proprio per vedere che esiste un mondo di legalità e bellezza al quale possono aspirare.

Papà di questi progetti è Rosario Esposito La Rossa, Cavaliere al merito della Repubblica, figlio di Scampia, che quando racconta la storia del suo nuovo libro, Eterni Secondi, e della Scugnizzeria, lo fa parlando sempre al plurale.

In “Eterni secondi, perdere è un’avventura meravigliosa” si raccontano tante storie di sportivi che non sono entrati negli annali ma sono stati protagonisti di scelte ed esperienze di vita importanti, da come è nato questo progetto?

Nel settembre del 2017 abbiamo aperto la prima libreria di Scampia suscitando grande interesse. Era un progetto impensabile solo qualche anno fa. Poco dopo l’apertura ci siamo visti recapitare 50 libri da Einaudi. Noi non avevamo ordinato nulla. Fu un momento bellissimo perché un grandissimo marchio per augurarci il benvenuto nel mondo delle librerie ci regalava questi libri, approfittammo di questa attenzione e cominciammo a scrivere un libro che raccontava tutte le storie dei ragazzi della Scugnizzeria e lo proponemmo a Einaudi Ragazzi che prima si disse interessata ma dopo aver letto il volume ci disse che non era all’altezza delle aspettative, e tutti i ragazzi caddero nello sconforto. Iniziarono a dire “ci hanno sfruttati”, “ci hanno regalato i libri perché siamo poveri”.

E’ una reazione comprensibile per dei ragazzi che si sono trovati ingiustamente poco considerati. Ma è da questa “sconfitta” che nasce questa pubblicazione.

Assolutamente.

Dopo questa loro reazione ho iniziato a recuperare storie di perdenti perché l’obiettivo era raccontare a questi ragazzi che si può perdere nelle competizioni ma si può vincere nella vita. Molti di loro hanno un padre in carcere, agli arresti domiciliare, fine pena mai e volevo spiegare loro che perdere non è una colpa; si tratta di un messaggio difficilissimo in una società in cui devi sempre primeggiare a scuola o con i like sui social.

Ma un conto è spiegargli “devi accettare di non essere primo” un conto è raccontarglielo e mostrare la storia di chi ce l’ha fatta. Allora abbiamo iniziato a parlare di questi perdenti in tutto il mondo ma che poi erano diventati campioni nella vita, avevano fatto delle cose meravigliose, salvato persone, abbiamo parlato di razzismo, omosessualità, colonialismo, da tutto il mondo uomini e donne di diverse discipline sportive aveva fatto cose grandi senza bisogno di una medaglia.

Una volta trovate tutte le storie le ho unite e le ho mandate a Einaudi. Di nascosto.

Avevi paura eh?

Eccerrto! Avevo paura che dicessero di nuovo di no. Ma il risultato è che abbiamo pubblicato questo libro, con il sottotitolo “Storie dalla Scugnizzeria di Scampia”, che a me fa molto piacere perché in quella frase ci sono i ragazzi. Abbiamo venduto quasi la prima edizione a meno di una settimana dall’uscita.

E anche questo è un messaggio di per sé. Non farcela ma non mollare per cercare di ottenere il risultato sperato.

Cos’è la Scugnizzeria e chi sono questi “ragazzi” di cui parli sempre? Che rapporto avete?

E’ una libreria per ragazzi in cui si fanno tante cose per avvicinarli ai libri ma non solo.

Il progetto nasce in qualche modo con l’associazione che io e mia moglie, Maddalena Stornaiuolo, fondammo nel 2004 dopo che mio cugino, Antonio Landieri, un ragazzo disabile di 25 anni, fu ucciso per sbaglio dalla mafia. La Scugnizzeria è un luogo di incontro dove i ragazzi possono scoprire i libri. L’obiettivo non è vendere, siamo un passo indietro, noi dobbiamo formare i lettori, bisogna dare i libri in pasto ai ragazzi, perché se dovessero pagare noi avremmo già chiuso. Per questo prendiamo dei libri dal macero e con i ragazzi un laboratorio li ripariamo e li liberiamo in vari posti di Scampia. I ragazzi mi sono figli, vanno e vengono dalla Scugnizzeria. Scrivono su una lavagna i libri che vorrebbero leggere ma non possono permettersi e gli adulti lasciano il Libro sospeso pagano per loro che possono leggere il libro che tanto desideravano. In un anno e mezzo abbiamo già fatto 800 libri in sospeso. Una cosa rivoluzionaria.

Con gli introiti di Eterni secondi abbiamo comprato le strumentazioni per una radio che trasmette a 400 metri ma l’obiettivo non è la diffusione bensì il fatto che i ragazzi da soli fanno qualcosa.

Credo che questo libro, così come gli altre attività della Scugnizzeria, aiuti tanto i ragazzi anche nell’autostima, per capire che possono pensare vedere “altro”. Possono fare dei progetti diversi.

Noi abbiamo creato un luogo di opportunità, anche lavorative. Cinque dei nostri ragazzi sono stati scelti per un film con Valeria Golino, continuiamo a fare casting cinematografici, stiamo aprendo un’agenzia cinematografica, produciamo cortometraggi dove i ragazzi sono protagonisti nel montaggio, nelle riprese, nella fase attoriale. E per fare un cortometraggio devono superare le difficoltà ma non dicendo “io sono più bravo e vado avanti”, no, superano le difficoltà insieme.

Noi non vogliamo salvare nessuno, ma vogliamo dare ai ragazzi gli strumenti per salvarsi da soli.