Camminare guarisce e la caduta delle maschere

Capita a tutti. Si sta vivendo un periodo in cui sembra di aver davanti solo due strade e nessuna percorribile, la casa è troppo stretta, la mente non si ferma e allora, dopo giorno e giorni di deliri, si esce per strada e si fanno “due passi”, non cambia nulla ma la mente sembra fare un sospiro. A me almeno è capitato. Più volte.

Da qui sono arrivata a Camminare guarisce, un libro curato da Massimiliano Cremona. Si legge la storia di Fabrizio Pepini, che racconta della sua guarigione fisica ma anche di quella di molte persone incontrate lungo il cammino. Fabrizio lavorava in diversi ristoranti del Belgio facendo turni massacranti quando gli è stato diagnosticato un linfoma mantellare; aveva poco da vivere, dicevano. Lui si è curato (e continua a fare controlli regolari) ma ha deciso di non vivere da malato e camminare.

Non si tratta del miglior libro sulla filosofia del camminare in circolazione ma la storia di Fabrizio emette luce e da questo volume è nato anche un progetto che si prefigge di formare alla vita dei minorenni che hanno procedimenti giudiziari in corso.

Tu dici che fra le tante cause della malattia c’è il corpo che dice di fermarsi e cambiare stile di vita. Io ho sempre detto che quando ci si ammala è il corpo che dice stop, ci sono vari modi per cercare la propria guarigione ma il cammino è quello che ho trovato io.

Camminando ti riappropri del tuo, corpo, della tua mente, lo stress se ne va, respiri meglio, pensi; i problemi scompaiono, è un dato di fatto. Io le più belle soluzioni ai problemi le ho trovate camminando, stando in casa sei chiuso, mentre fuori è tutto più semplice.

Quando cammino mi sento bene. Poi nel mio caso era valido anche per la malattia perché il cammino mi ha aiutato a smaltire le tossicità delle chemio in modo più rapido, a tenere la glicemia bassa, quando è bassa le cellule cancerogene non hanno nutrimento. Il Cammino per me è questo. Per questo dico Camminare guarisce, io l’ho provato con la malattia oncologica ma ho conosciuto tantissima gente che lo usa con malattie psicologiche, ho un amico in Sicilia che lo usa per Parkinson, Andrea Spinelli (autore di un altro libro sul cammino “Se cammino, vivo” ndr.) per il tumore al Pancreas. Per me il cammino è questo per questo mi sento di dire che camminare guarisce. Magari uno troverà più benefici facendo orto, o con la lettura, ma nel mio caso ha senso camminare.

Nel tuo libro torni spesso al concetto delle maschere della società che cadono quando si è in viaggio.

Le maschere sono quello che ci permette di evolvere nella società di tutti i giorni, ci nascondiamo dietro le maschere, per paura, perché vogliamo sembrare quello che non siamo, non vogliamo far vedere i nostri punti nevralgici più vulnerabili. Quando la maschera cade, come nel cammino, allora siamo veri, quello che abbiamo dentro viene trasmesso fuori e la gente ci guarda per quello che siamo.

Tornati alla società di tutti i giorni c’è chi la maschera la rimette ma chi lo fa ne è consapevole e non mi sembra poca cosa.

Fabrizio Pepini

Che cos’è l’associazione Camminare guarisce e come aiuta i ragazzi?

In collaborazione con l’associazione fondata da don Gino Rigoldi di Comunità nuova, portiamo in cammino minori con procedimenti giudiziari in corso. Anche in questo caso le maschere cadono e loro riescono a tornare ragazzini. E’ un progetto seguito da volontari (fra di essi professionisti come educatori e psicologi) per il quale stiamo raccogliendo fondi per pagare le spese ai minori.

Abbiamo aperto un percorso che si chiama la Via del Trasimeno, 7 tappe per 160 chilometri, ed è uno dei passaggi del percorso dei ragazzi, che poi si occupano anche della raccolta di olive, percorrono alcune tappe del cammino verso Santiago, dove per un paio di settimane diventano anche ospitalero negli ostelli. L’ultimo passaggio è quello di accompagnare una persona con handicap verso Roma. Non è più il ragazzo che è accompagnato ma lui che accompagna qualcuno, con tutta la responsabilità che ne consegue.

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